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sede generale daimler chrysler italia
luogo:roma, italia
progetto:architetto fabrizio da col
committente:daimler chrysler italia
progetto illuminotecnico:fabrizio da col, Viabizzuno
l'idea iniziale era che tutto venisse generato da due grandi volumi, molto diversi, sia per forma che per dimensione, ognuno con una diversa funzione e riconoscibilità. due diversi volumi capaci di dialogare tra loro e con un'area verde già esistente. il primo, intonacato in colore grigio che vira al marrone, è un parallelepipedo destinato all'ingresso e all'attesa, adiacente alla strada che attraversa segnando l'ingresso e poi piegandosi, quasi nell'atto di accogliere il secondo volume, un ellissoide rivestito in alluminio che contiene la reception. internamente tutto è bianco. l'unica luce naturale viene dall'alto a nobilitare con forza lo spazio, attraverso un lucernario. una luce zenitale che si proietta sul pavimento e con lo scorrere delle ore sulle pareti. il bancone della reception è generato dal suo volume con una curvatura irregolare fino a chiudersi. è un oggetto interamente di luce. illuminato a led comandati da una centralina elettronica, che gestisce i cambiamenti cromatici con variazioni di colore e scenari diversi. gli spazi neutri dell'ingresso e della zona di ricevimento sono valorizzati da grandi coni scuri in fibra di vetro che diffondono una luce delicata e soffusa. le forme dei cipressi in giardino sono richiamate dagli alti corpi illuminanti bianchi, anch'essi in fibra di vetro, che si stagliano sul prato. lucernario: sostantivo maschile, apertura nel tetto, provvista di vetrata per dare luce o aria alle scale o a locali in genere sprovvisti di finestre sufficienti a illuminarli. nella liturgia paleocristiana, saluto rituale al giorno calante e alla lampada che si accendeva. oggi, il rito iniziale nella celebrazione della veglia pasquale la sera del sabato santo; comprende la benedizione del fuoco e del cero pasquale e la successiva processione (dal latino tardo lucernarium ‘accensione delle lucerne'). il pittore piemontese giuseppe pellizza da volpedo, per potenziare la luminosità dell'interno del suo studio, fece aprire sul soffitto un grande lucernario, per il quale disegnò egli stesso il telaio. il lucernario consentiva di ottenere nell'atelier una condizione di luce analoga a quella delle sale di esposizione, mettendo l'artista in condizione di verificare gli effetti finali delle sue opere; ma consentiva anche di godere del confronto diretto con una luce zenitale capace di esaltare la tersità dei colori nelle condizioni predilette dalla pittura divisionista. il lucernario era schermato da un grande velario, che è stato ricostruito. cipresso: sostantivo maschile singolare, indica nome di pianta della famiglia delle cupressaceae cupressus (cipressi in senso ampio) che comprende alberi anche di notevoli dimensioni fino a 50 m, chioma generalmente affusolata, piramidale molto ramificata, rametti cilindrici con numerossissime foglie. il nome deriva dal latino cupressus, che a sua volta trae origine dal greco kyparissos, da cui gli antichi trassero l'etimo di kypros (cipro), isola del mediterraneo in cui quest'albero abbonda. questo genere di pianta della famiglia delle conifere e contraddistinta dalla sua forma piramidale, venne considerata dagli antichi come sacra a platone ed emblema del lutto. in effetti, per le sue radici a fittone che non si espandono nel sottosuolo, è una pianta particolarente adatta per essere piantata nei cimiteri.

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